Io chi sono



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Sony Camera
Grazia Magazine - 2005 Italia.

Descrizione :

Braccio di donna giovane, senza maniche, che spunta dalla porta di un vagone della metropolitana; mentre la mano che tiene una digital-cam Cyber-shot T3, marca Sony, scatta fuori dal vagone una foto, senza neppure che la ragazza si sporga per guardare il soggetto.
Strillo in basso a sinistra : Don't think. Shoot. Il sottotesto descrive la facilità d'impiego, alta definizione d'immagine a 5,1 pixel, perciò non serve pensare alla luce o altro.

La storia :

Sono una ragazza cinese, una persona fra più di un miliardo, mi chiamo solo Ai Lin. Lotto ancora contro le ciglia che non prendono mai la piega all'insù.
(Promemoria incollato sul frigorifero di Ai Lin.)

Questa mattina in ufficio, sul tavolo, arrivano fiori senza biglietto. La grassona con la quale divido la scrivania ha il pregio di saper scherzare con tutti, ci sa proprio fare, non ho capito se i fiori sono per lei da qualcuno di misterioso oppure da parte di lei per fare uno scherzo. Per farmi bella io ho soltanto un M.I.T., obiettivo raggiunto.


"La Cina è vasta, farsi strada è un'impresa, tu impara sempre a piegarti come il bamboo, così non ti spezzi". La solita frase di rito dei suoi genitori, che le tornava in testa ad ogni occasione, anche quel giorno. La casa dentro cui alloggia il frigorifero con il promemoria sullo sportello che dice - " sono una ragazza cinese, una persona fra più di un miliardo, mi chiamo solo Ai Lin", un ambiente umido e stretto con sbarre di sicurezza all'unica finestra. Il frigorifero, un minifrigo su cui poggia la radiotelevisione. Una cabina di plastica monoblocco da bagno è dentro la stanza. Ancora un divano-letto, un lavabo, due piastre di cottura. Le pareti, quasi tende, riempiono la stanza per via dei vestiti appesi dappertutto. Ogni cosa nel cellofan riflette una luce opaca e toglie l'ossigeno. Odore di muffa, malgrado il sapone di Marsiglia scaglionato in ogni angolo. Le azioni che si svolgono in casa sono: faccia allo specchio, sciacquarsi; accendere e spegnere la radiotelevisione, direzionare l'antenna per avere CNN ASIA durante la colazione fatta e consumata; il bollitore di vetro che filtra il caffè, una corsa nella cabina del bagno, la doccia, lucida labbra passato distrattamente. Infine, tutte le mattine, Ai Lin infila il suo corpo piatto in abiti leggeri, formali, giacca al braccio, valigetta dall'altro lato, esce fuori di casa. Ogni sera rientra, stesse azioni al contrario. Adesso, comunque è mattino, rapida corsa al Ferry boat, sali e scendi di scale mobili, c'è da attraversare un paio di torri e corridoi prima di arrivare in ufficio.


Ai Lin - 8:50, accendo il PC, un messaggio del capo: " Ai Lin, che ci offre questa splendida giornata nella baia di Hong Kong ?". E' una frase che ripete tutte le mattine e io non la sopporto. Sembra sempre di dover superare nuove vette ogni giorno, portare sempre qualcosa di nuovo, come se non andasse già bene quello che faccio. Non ho fatto caso se lo dice a tutti. Pacificamente replico: "oggi: 9/10:15 tutta la posta; 10:15/11:00 scrivo comunicato; 11:45 sono da Kim, corro all'aeroporto, guardo il progetto; 15:30 organizzo presentazione su power point , vado ad intuito per quello che non ho ancora scoperto. 16:30, dopo averti inviato tutto, ci troviamo in sala riunioni con il cliente e vi dico."


Ai Lin mette in atto in ogni dettaglio ciò che aveva promesso, termina il suo impegno, sorride, si inchina, saluta, si sposta, lascia le persone con cui aveva parlato in sala riunioni. Svanisce dietro la porta in ciliegio dell'anticamera del bagno per le signore. Si siede e nella superficie satinata di metallo della porta che ha di fronte tenta di scrutare il proprio volto stanco, riflesso, pensando "sono proprio come chiunque", abbassa lo sguardo, si lascia andare, sta seduta nel bagno. Per alzarsi di nuovo le occorre fiducia. Accade lo stesso quando si muore dal caldo e soltanto il pensiero di poter raggiungere un ambiente ad aria condizionata mette in moto i nostri passi. Per trovare la spinta...


Chiamo la mamma, fingo di sentire loro, lei mi dice "coraggio". Ho appena chiesto del babbo di tutti. Devo essere sembrata strana. Cosa si potrebbe cambiare ? Se almeno riuscissi a dare un aspetto migliore alle mie ciglia piatte, testardamente dirette all'ingiù, si potrebbe pensare ad una svolta. Decido di comprarmi piegaciglia a batteria, cinque secondi e ciglia ricurve da mattina a sera, per potenziare gli effetti di ogni battito.
Finita la giornata di lavoro, i negozi sono chiusi oramai.


Il capo le dice: "ceniamo ? " Lei, "OK". Nel corso della cena lui: " Da un pezzo ti chiedo cosa di nuovo oggi ? Intendo scoprire chi sei, come occupi il tuo tempo. E tu rispondi solo con il lavoro. Ai Lin, ci conosciamo da parecchio. Un giorno non vorrai una famiglia ? Da dove credi si cominci ? I fiori di oggi, da chi ? e per chi ? credo siano arrivati."

Invece che rimanere soli dentro se stessi, se si guarda anche fuori ogni tanto qualcosa succede.
Se lo sente dire ancora una volta, a tarda notte, dalla sorella maggiore, al telefono.
Ai Lin, dice di avere capito e replica: " è sempre stato un mio particolare difetto."

 




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